La scultura marmorea di San Giovanni Battista, attribuita a Pietro Bernini, rappresenta un capolavoro di arte tardo-rinascimentale. Custodita nella Cappella Parisi del Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova, è tornata al suo originario splendore grazie a un restauro attento e metodico. Questa pagina esplora il progetto iniziale e il processo di completamento che ha restituito alla scultura la sua bellezza.
Il Progetto di Restauro
Origini e Obiettivi del Progetto
Promosso dalla San Martino Alberghi srl, il progetto di restauro ha avuto l’obiettivo di recuperare l’integrità estetica e strutturale della statua, preservandola per le generazioni future. La scultura presentava patine brune alterate, depositi incoerenti e segni di usura dovuti a interventi passati non idonei.
Collaborazioni Scientifiche
La direzione scientifica è stata affidata al Dott. Alessio Cuccaro con il supporto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli. Il progetto è stato condotto dall’impresa Ocra Restauri di Vincenzo Salomone, con la partecipazione della restauratrice Simona Anastasio.
Analisi Preliminari
Gli studi iniziali hanno evidenziato:
- La presenza di una patina bruno-rossastra applicata durante un vecchio restauro.
- Discromie sul piede destro causate da sfioramenti devozionali.
- Instabilità strutturale della croce portata dal santo.
Metodologia del Progetto
Il progetto si è basato su un approccio non invasivo e rispettoso dell’opera, con interventi mirati a eliminare i fattori di deterioramento senza alterare l’autenticità della scultura.
Le Fasi del Completamento
Prima dell’intervento, la scultura si presentava integra, seppur compromessa da vari depositi superficiali. Un precedente restauro, eseguito probabilmente nel corso del XIX secolo, aveva ricoperto il marmo con una patina bruna, alterando i tratti somatici e la leggibilità dell’opera. Questo strato era stato applicato soprattutto sul fronte della scultura, lasciando il retro relativamente intonso. Si osservavano anche velature cromatiche sul volto e discromie sui piedi, causate da frequenti sfioramenti devozionali. La croce portata dal santo era danneggiata in tre punti, stabilizzata in passato con un grosso chiodo forgiato in ferro e piombo.
L’intervento è iniziato con la rimozione dei depositi incoerenti mediante pennelli morbidi e aspiratore. Successivamente, sono stati effettuati saggi di pulitura per identificare il metodo più idoneo alla rimozione della patina bruna. Le prove iniziali, effettuate con varie concentrazioni di ammonio carbonato, hanno evidenziato la necessità di una soluzione più aggressiva.
La pulitura è stata eseguita con una miscela di ammonio carbonato al 10% e EDTA al 5% supportata con polpa di cellulosa e sepiolite, rivelatasi particolarmente efficace nella rimozione delle incrostazioni superficiali e del "beverone" che alterava il marmo. Per le aree più delicate, come il volto, si è preferito utilizzare tamponi con ammonio carbonato a minore concentrazione.
Terminata la pulitura, si è proceduto al consolidamento della superficie marmorea con silicato di etile, utilizzato per impregnare le microfessurazioni e garantire la stabilità a lungo termine. Le parti mancanti sono state integrate con malte idonee alla cromia e granulometria del marmo originale. Le stuccature sono state eseguite con una miscela di calce idraulica e polvere di marmo (in proporzione 1:3) per rispettare la coerenza estetica e strutturale dell’opera.
I tre frammenti della croce del santo sono stati riuniti e fissati con una resina epossidica bicomponente (Epo 121), lasciata in asciugatura per 24 ore. Il chiodo antico che fungeva da perno è stato trattato con inibitore di corrosione Fertan e isolato con Paraloid.
La pulitura ha riportato alla luce varie disomogeneità cromatiche, rendendo necessaria un’integrazione armonica con colori reversibili (Gamblin). Il trattamento finale ha previsto l’applicazione di una protezione con Art Shield, una miscela di polimeri paraffinici che garantisce reversibilità e preserva le caratteristiche estetiche del marmo.
Dettagli dell'Intervento
- Restauratore: Vincenzo Salomone
- Restauratrice: Dott.ssa Simona Anastasio
- Sorveglianza: SABAP Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli
- Soprintendente: Dott. Luigi La Rocca
- Funzionari: Dott.ssa Annunziata D’Alconzo, Dott. Alessio Cuccaro
- Autorizzazione: Rif. Prot. N. 5485-A del 09/04/2024
Risultati e Valorizzazione dell’Opera
Il restauro ha restituito alla scultura l’eleganza e la purezza delle superfici marmoree, rendendo nuovamente leggibile il modellato originario e i dettagli espressivi del volto del santo. Ora la statua, visitabile nella sua collocazione originale presso la Cappella Parisio, torna a dialogare con gli affreschi di Luca Giordano e le decorazioni marmoree di Andrea Malasoma, in un contesto architettonico di rara bellezza.