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Il Complesso

Il Complesso Monumentale

È un vero scrigno di storia, di arte e di religiosità, che dà il senso del mistero racchiuso nelle antiche mura di questa fondazione angioina (1279) nel cuore del centro storico di Napoli. Nella sua storia plurisecolare, infatti, è stato oggetto di molteplici trasformazioni, come ampiamente documentato dalle tracce delle stratificazioni artistiche, che ne fanno un luogo di particolare interesse per la possibilità di lasciar convivere – come spesso avviene nelle antiche fondazioni monumentali – stili e sensibilità diverse, secondo le necessità storiche ed il gusto estetico che li hanno ispirati. 

La nostra storia

Nel 1909 padre Gaetano Rocco così scriveva…

La Chiesa di Santa Maria la Nova è detta la Nova per distinguerla da quella di Santa Maria ad Palatium, risalente al periodo svevo, che sorgeva nel luogo dove fu poi edificato il Maschio Angioino e dove esisteva, fin dal 1216, un convento di frati minori che si voleva fondato da San Francesco.

Carlo I d’Angiò, volendo edificare Castel Nuovo, demolì il complesso cedendo in cambio ai frati, il 10 maggio 1279, il luogo ove si trova l’attuale chiesa e sul quale sorgeva, a guardia del porto, l’antica torre Maestra. Sulle antiche strutture fu edificato il convento e memoria della primitiva sistemazione sono l’aspetto quasi di cinta muraria che il complesso assume sulla via del Cerriglio con il campanile eretto dove probabilmente era la torre, e con un prospetto percosso da un fregio a toro, aperto solo da poche altissime finestre ed ornato da una semplice statua di S. Antonio da Padova. Santa Maria la Nova sorse in stile gotico, ma non si conosce l’artefice della sua costruzione.

L’edificio nel suo aspetto originario ebbe poco più di tre secoli di vita. Tra le cause che determinarono la demolizione della chiesa angioina vanno ricordati il terremoto del 1456 e quelli del 1538, 1561, 1569 e 1588 ma, in misura maggiore, lo scoppio della polveriera di Castel S. Elmo, colpita da un fulmine il 13 dicembre 1587, che la danneggiò gravemente. Il rifacimento della chiesa nel 1596, attribuibile in parte ad Agnolo Franco, fu dovuto anche alle generose offerte dei fedeli seguite, inoltre, da una guarigione miracolosa a favore di un povero storpio dalla nascita, attribuita alla Madonna delle Grazie il 17 agosto 1596.
Del Complesso Monumentale fanno parte i due chiostri di cui quello più piccolo, ospitante alcuni monumenti sepolcrali provenienti dalla chiesa, è affrescato con episodi della vita di S. Giacomo della Marca, attribuiti tradizionalmente a Simone Papa. Dal lato del chiostro piccolo si accede agli ambienti della Sagrestia riccamente decorata e dell’Antico Refettorio, abbellito da un affresco del Bramantino: La salita al Calvario.

La Chiesa Monumentale

L’attuale facciata della chiesa di Santa Maria la Nova è un meraviglioso esempio dell’architettura napoletana del XVI secolo. Il piperno a vista della parte inferiore le conferisce un carattere robusto e solenne. Una scalinata con balaustra marmorea conduce all’ingresso principale, un portale affiancato da due colonne di granito che sostengono un’edicola. Qui, una scultura della Vergine, opera di un ignoto scultore del primo ‘600, accoglie i visitatori con un’aura di mistero e spiritualità.

All’interno, il soffitto cassettonato in legno intagliato e dorato è un capolavoro decorato con “Storie della Vita della Vergine”, santi, profeti, virtù e figure dell’Antico Testamento, realizzato nei primi anni del Seicento da artisti come Belisario Corenzio, Luigi Rodriguez, Cesare Smet e Giovan Bernardino Azzolino. Nei riquadri centrali, possiamo ammirare la “Gloria del nome di Maria” di Francesco Curia, l'”Assunzione della Vergine” di Girolamo Imparato e l'”Incoronazione della Vergine” di Fabrizio Santafede, opere che esaltano la devozione e l’arte dell’epoca.

Tra i finestroni della navata e sulla controfacciata, Belisario Corenzio ha dipinto gli “Articoli del Credo”, la “Madonna delle Grazie” e la “Punizione dei dannati”, affreschi che raccontano storie di fede e redenzione. Nel transetto, le lunette sugli archi delle cappelle presentano le “Virtù” di Nicola Malinconico, che risplendono di vivacità e simbolismo. In alto, sempre nel transetto, l'”Adorazione dei Pastori” e l'”Adorazione dei Magi” di Malinconico, datati 1703, aggiungono un tocco di meraviglia natalizia alla grandiosità dell’architettura.

L’altare maggiore, progettato da Cosimo Fanzago nel 1633, è un altro punto focale della chiesa. Con le statue di Sant’Antonio e San Francesco realizzate da Agostino Borghetti, l’altare è un trionfo di arte e devozione. Al centro, una “Madonna con Bambino” di un ignoto maestro su rame, proveniente dall’antica chiesa, irradia serenità. Ai lati dell’altare, le due putti reggifiaccole di Raffaele Mytens e il monumento sepolcrale della famiglia d’Afflitto, scolpito da un ignoto maestro napoletano nel 1580, aggiungono un ulteriore tocco di storia e bellezza.

Infine, nel coro ligneo, le pareti e la volta sono adornate dagli affreschi di Belisario Corenzio, che narrano le “Storie della Vergine” e i profeti. Queste opere, realizzate tra il 1603 e il 1621, avvolgono i visitatori in un racconto visivo di fede e arte, rendendo ogni visita un’esperienza spirituale e culturale senza eguali.

Le sedici Cappelle

All’interno della chiesa monumentale di Santa Maria la Nova, le cappelle offrono uno spettacolo di arte e devozione. Ogni cappella è un’opera d’arte unica, con affreschi, statue e dipinti che raccontano storie sacre e celebrano la spiritualità. Ogni angolo della chiesa è intriso di storia e bellezza, rendendo la visita un’esperienza memorabile.

Il Chiostro di S. Giacomo della Marca

Il Chiostro di San Giacomo della Marca, risalente alla fine del XVI secolo e realizzato da Giovanni Cola di Franco, è un esempio splendido di architettura rinascimentale. Di forma rettangolare, il Chiostro presenta colonne monolitiche con capitelli ionici, archi a tutto sesto e volte a crociera affrescate. Gli affreschi, attribuiti a Simone Papa e datati tra il 1627 e il 1628, raffigurano scene della vita di San Giacomo della Marca. Il chiostro ospita anche un pozzo in marmo e monumenti sepolcrali.

La Tomba di Vlad

Una delle curiosità più affascinanti della Chiesa Monumentale di Santa Maria La Nova è la presenza della presunta tomba di Vlad III, noto come Vlad l’Impalatore o Dracula. La leggenda narra che, dopo la sua morte, i resti del famoso principe voivoda furono trasportati in segreto a Napoli. La tomba, situata in una delle cappelle della Chiesa, è adornata con simboli e iscrizioni che hanno alimentato il mistero e l’interesse degli studiosi e dei visitatori. Questa sepoltura aggiunge un ulteriore strato di intrigante storia al già ricco patrimonio del Complesso Monumentale.

La Scoperta del Mistero

La leggenda inizia con la scoperta di una tomba marmorea, ufficialmente attribuita al nobile napoletano Matteo Ferrillo, ma adornata con simboli che sembrano raccontare una storia diversa. Tra questi, un elmo che sormonta un dragone, indicante l'appartenenza all'Ordine del Dragone, un antico ordine cavalleresco di cui faceva parte Vlad III Tepes.

Il Percorso della Ricerca
L'Avvocato Raffaello Glinni, appassionato di storia, analizzando antichi manoscritti italiani, incrocia il destino di Maria Balsa, una nobildonna dei Balcani sposata con Giacomo Alfonso Ferrillo. Maria Balsa potrebbe essere una discendente di Vlad III, e che sembrerebbe essere l’artefice del trasferimento dei resti mortali del padre a Napoli. La tomba di Ferrillo, con i suoi simboli di dragoni, sfingi e delfini, rafforza questa teoria.
Il Codice La Nova
Un ulteriore indizio è il "Codice La Nova", trovato nella cappella Turbolo, adiacente alla tomba di Ferrillo. Questo codice contiene parole come Blad, Dracul e Balcano, legando ulteriormente il complesso a Vlad III.
Esplora il mistero
Durante la visita a Santa Maria La Nova, esplora la sala dell'Antica Sagrestia , un video esplicativo sul mistero della tomba di Vlad III ti farà scoprire una connessione intrigante tra Napoli e una figura storica avvolta nel mistero.

Il Chiostro di S. Giacomo della Marca

Il Chiostro di San Giacomo della Marca, risalente alla fine del XVI secolo e realizzato da Giovanni Cola di Franco, è un esempio splendido di architettura rinascimentale. Di forma rettangolare, il chiostro presenta colonne monolitiche con capitelli ionici, archi a tutto sesto e volte a crociera affrescate. Gli affreschi, attribuiti a Simone Papa e datati tra il 1627 e il 1628, raffigurano scene della vita di San Giacomo della Marca. Il chiostro ospita anche un pozzo in marmo e monumenti sepolcrali.

La Tomba di Vlad

Una delle curiosità più affascinanti della chiesa monumentale di Santa Maria la Nova è la presenza della presunta tomba di Vlad III, noto come Vlad l’Impalatore o Dracula. La leggenda narra che, dopo la sua morte, i resti del famoso principe voivoda furono trasportati in segreto a Napoli. La tomba, situata in una delle cappelle della chiesa, è adornata con simboli e iscrizioni che hanno alimentato il mistero e l’interesse degli studiosi e dei visitatori. Questa sepoltura aggiunge un ulteriore strato di intrigante storia al già ricco patrimonio del complesso monumentale.

La Scoperta del Mistero

La leggenda inizia con la scoperta di una tomba marmorea, ufficialmente attribuita al nobile napoletano Matteo Ferrillo, ma adornata con simboli che sembrano raccontare una storia diversa. Tra questi, un elmo che sormonta un dragone, indicante l'appartenenza all'Ordine del Dragone, un antico ordine cavalleresco di cui faceva parte Vlad III Tepes.

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L'Avvocato Raffaello Glinni, appassionato di storia, analizzando antichi manoscritti italiani, incrocia il destino di Maria Balsa, una nobildonna dei Balcani sposata con Giacomo Alfonso Ferrillo. Maria Balsa potrebbe essere una discendente di Vlad III, e che sembrerebbe essere l’artefice del trasferimento dei resti mortali del padre a Napoli. La tomba di Ferrillo, con i suoi simboli di dragoni, sfingi e delfini, rafforza questa teoria.
Il Codice La Nova
Un ulteriore indizio è il "Codice La Nova", trovato nella cappella Turbolo, adiacente alla tomba di Ferrillo. Questo codice contiene parole come Blad, Dracul e Balcano, legando ulteriormente il complesso a Vlad III.
Esplora il Mistero
Durante la visita a Santa Maria La Nova, esplora la sala dell'Antica Sagrestia per un video esplicativo sul mistero della tomba di Vlad III. Scoprirai una connessione intrigante tra Napoli e una figura storica avvolta nel mistero.

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Santa Maria la Nova non è solo un luogo di grande valore storico e artistico, ma anche la location ideale per eventi e conferenze. Il nostro complesso offre spazi unici e servizi di alta qualità per ogni esigenza.

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